lunedì 8 giugno 2009

ad Augusta il silenzio è sempre un obbligo

È il “Belknap” ad Augusta


La Sicilia
primo giugno 1989

la collisione con la portaerei “Kennedy” che per poco non provocò un disastro nucleare
È il “Belknap” ad Augusta
L'incrociatore fu trascinato in quel porto
Il comando della marina militare nei giorni scorsi ha smentito, ma alcune foto scattate all'epoca e fatte pervenire al nostro giornale all'agenzia Ansa affermano il contrario

Alcune fotografie finora mai pubblicate hanno fatto ritornare di attualità l'incidente che nel 1975 fece temere un disastro nucleare nello Jonio con conseguenze inimmaginabili per buona parte della Sicilia.
Come si ricorderà - dell'incidente per la prima volta si è parlato soltanto dei giorni scorsi - il 22 novembre di quell'anno, a tarda sera, due unità della sesta flotta americana, l'incrociatore lanciamissili “Belknap” e la portaerei “John F. “Kennedy” , entrarono in collisione nel mare Jonio, in acque internazionali, 70 miglia e circa 130 chilometri ad est della Sicilia, mentre si svolgeva una esercitazione di volo notturno. La parte sporgente del ponte di volo della portaerei spazvia le sovrastrutture del “Belknap”, sul quale si sviluppò un incendio che venne spento soltanto dopo due ore e mezzo. Dopo l'incidente, che causò 8 morti e 45 feriti, il “Belknap” trasbordò alcuni missili terrier di cui era armato su altre navi impegnate nella manovra, e venne poi rimorchiato nel porto di Augusta, dove arrivò all'alba di lunedì 24 novembre.
All'epoca non venne precisato che i terrier avevano testate nucleari e che le fiamme erano arrivate una dozzina di metri dai missili facendo temere un disastro atomico, al punto che l'ammiraglio Eugene Carroll, comandante dell'esercitazione, diede l'allarme in codice di “broken arrow” (freccia spezzata) per segnalare un'“alta probabilitàdi coinvolgimento delle armi atomiche nell'incidente.
Il comando della marina militare di Augusta ha sempre taciuto l'episodio, nei giorni scorsi, anzi ha smentito l'arrivo del Belknap in porto. Ma è appunto ad Augusta che è stata scattata l'immagine che pubblichiamo, scattata all'epoca dal fotografo Ragonese, il quale mostra la nave da una angolazione dalla quale i danni appaiono in tutta la loro gravità. Altre due fotografie sono giunte all'agenzia Ansa accompagnate da una lettera in cui un anonimo si definisce “ex graduatodella marina militare italiana".
"Ho avuto occasione di vedere l'incrociatore Belknap - scrive l'anonimo -dopo la collisione con la portaerei che l'ha ridotto ad un rottame -. Ho deciso di parlare perché alcuni giornali hanno scritto che il comando della marina militare di Augusta avrebbe smentito l'arrivo dell'unità nel porto Augustano. Invece, dopo la collisione, il Belknap venne portato proprio ad Augusta, e ritengo che la gente abbia il diritto di saperlo: (omissioni come quella sul disastro aereo di Ustica) non devono più ripetersi".
"Quell'anno - continua la lettera - mi trovavo ad Augusta con la mia nave, e al molo di fronte attraccò il Belknap. Impressionato dalle condizioni della nave scattai alcune fotografie. Non sapevo ancora dei missili. Se le fiamme li avessero raggiunti non credo che sarebbero esplosi, ma avrebbero inquinato il mare. Il problema è che le leghe usate per costruire certe navi non offrono sufficiente protezione ai carichi atomici".
Da segnalare che, secondo il settimanale "Avvenimenti" in edicola oggi, in almeno sette circostanze, negli ultimi anni, nei mari davanti alle nostre coste e davanti alle coste italiane si sono verificati incidenti gravi che hanno coinvolto navi e aerei Usa in grado di trasportare bombe nucleari. Il settimanale ha condotto una ricerca partendo dalle informazioni rese note nei giorni scorsi da Greenpeace. Secondo quanto ha appurato Avvenimenti oltre alla collisione fra la “Kennedy” e il “Belknapè avvenuto quanto segue:
l'11 gennaio del 1977, due miglia a nord di Capo Peloro, la portaerei a propulsione nucleare e dotata di armi atomiche Roosevelt speronava il mercantile “Oceanus”, battente bandiera liberiana;
il 6 ottobre 1977, sempre nelle stesse acque, la portaerei Saratoga (carica di ordigni nucleari) entrava in collisione con il mercantile austriaco “Ville d'orient”,
il 14 maggio del 1985, nella rada di Augusta, durante una esercitazione di allarme simulato il lanciamissili “Sellersdotato di testate nucleari antisommergibili, si è incagliato di poppa nel basso fondale;
il 17 novembre e 1981 un aereo normalmente dotato di bombe atomiche, tipo S/3A Viking” decollato dalla portaerei “Nimitz” al largo di Ustica è precipitato in mare (morti quattro membri dell'equipaggio);
il 25 maggio 1983, al largo delle coste palermitane, si è inabissato un aereo da attacco Corsari” anch'esso dotato di armamento atomico;
il primo aprile 1986, davanti alla rada di Augusta scontro tra un aereo e un elicottero che sta atterrando sulla portaerei “Americae il velivolo un “SH3 Seaking” che svolgeva funzioni antisommergibili, solitamente imbarcava bombe di profondità nucleare del tipo “B 57”

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