giovedì 25 giugno 2009

AUGUSTA: AREA SISMICA DI PRIMO GRADO

AUGUSTA AREA SISMICA DI PRIMO GRADO



Non abbiamo bisogno di provare con dichiarazioni legislative o altri documenti che siamo una zona sismica S=12 e non S=9.


La Natura ha già dato il suo responso inequivocabile infischiandosene di scienziati miopi, politici sprovveduti, amministratori ammansiti, sindacalisti schierati e giornalisti ammaestrati.

Mi fa meraviglia che proprio queste categorie di persone, - forse perché si ritengono per intelligenza “cittadini superiori o speciali” - non tengono in alcun conto quanto la Storia e la Natura qui ci hanno insegnato.

La ciclicità e la violenza dei terremoti succedutisi in questo territorio non lasciano adito ad alcun dubbio e, purtroppo, gli scienziati lo sanno. Chissà perché, ai rischi già donatici dalla Natura si debbano aggiungere anche quelli provocati dall’uomo con le sue scelte insensate prima e scellerate dopo.

Che la nostra area sia sismica di primo grado lo sanno tutti: dall’uomo della strada ai legislatori. Fanno finta di non saperlo solo quelli che hanno pensato di profittare sul nostro territorio e sulla nostra pelle.


Da una pubblicazione dell’INGV traggo fuori alcuni passaggi:

6. PERICOLOSITÀ SISMICA DELLA SICILIA SUD ORIENTALE.
TERREMOTI DI SCENARIO PER AUGUSTA, SIRACUSA E NOTO

L. Decanini, F. Mollaioli, G. F. Panza, F. Romanelli, F. Vaccai All’interno dell’ASI (=Area Sismica Iblea) possono essere distinte due aree approssimativamente separate dal meridiano 14’ 53’ E.

Nella parte occidentale si presenta un numero abbastanza grande di eventi di non elevata intensità con ipocentri piuttosto superficiali. Nella parte orientale lungo la costa ionica si è avuto un numero minore di terremoti, ma di elevata intensità e maggiore profondità.
In questa parte dell’ASI sono avvenuti i tre eventi più disastrosi (1169, 1542, 1693). …………
Dagli studi geofisici si desume che il flusso di calore nella zona della Scarpata (circa 50 mW/m2) risulta compatibile con la possibilità di generazione di eventi sismici di grande portata quali quelli del 1169 e 1693.
I dati di geofisica marina hanno consentito di individuare diversi segmenti, di cui il più settentrionale si prolungherebbe in terra fino all’area etnea. La suddivisione del sistema della Scarpata Ibleo-Maltese può essere sintetizzata come segue:
il Segmento Settentrionale Etneo (Timpe) con una lunghezza di circa 15 km. Probabile responsabile del terremoto Catanese del 1818 (MS=6.2 – Io=IX).
il Segmento del Golfo di Catania con una lunghezza di circa 28-30 km.
il Segmento Augusta-Siracusa con una lunghezza di circa 50-55 km.
Questi due ultimi segmenti possono essere ritenuti come le sorgenti più probabili dei terremoti distruttivi del 1169 (MS=7.7 – Io=XI) e dell’11 gennaio 1693 (MS=7.7 –Io=XI).
Altri eventi ascrivibili a questi due segmenti principali della Scarpata Ibleo-Maltese o a strutture trasversali associate sono quelli del 1125 (ML=5.8 – Io=VIII-IX), del 1848 (MS=5.4 – Io=VIII) e del 1990 (MS=5.4 – Io=VII-VIII). Anche la scossa del 9 gennaio 1693 (ML=5.8 – Io=VIII-IX), pur con maggiori incertezze, potrebbe essere attribuita ai due suddetti segmenti. ……………
6.3 Analisi storico sismologica
6.3.1 Caratteristiche fondamentali della storia sismica dell’ASI. Data-set regionale
La Sicilia Sud Orientale è stata sede di numerosi eventi sismici, e in particolare di tre grandi terremoti avvenuti nel 1169 (Io=XI MCS), 1542 (Io=X MCS) e 1693 (Io=XIMCS).
Il catastrofico evento dell’11 gennaio 1693 costituisce quello rimasto più impresso nella memoria storica a causa della gravità dei danni provocati e della notevole estensione dell’area colpita, sia dei cambiamenti storici, sociali, architettonici e urbanistici che produsse. Si può considerare che questo terremoto corrisponde a uno degli eventi più forti registrati nella storia sismica italiana. …………………..
Una prima indicazione dell’elevata Pericolosità Sismica della Sicilia Sud-Orientale, si desume dalle massime intensità osservate e dall’inviluppo delle isosisme dei terremoti più distruttivi. Praticamente la totalità del territorio emerso corrispondente all’ASI ha subito, in passato, almeno una volta effetti sismici equivalenti al IX MCS, mentre circa l’80% è stato soggetto almeno una volta all’intensità X MCS. L’inviluppo degli effetti superiori al X MCS (1169 e 1693) copre circa un quinto della superficie emersa dell’ASI, e ricade prevalentemente entro il settore CAS (=Catania, Augusta, Siracusa).
Buona parte delle coste e pressoché la totalità del settore costiero orientale hanno subito gli effetti di tsunami in conseguenza di terremoti avvenuti nell’ASI o altrove.
Augusta ha risentito due volte intensità superiore a X MCS (1169 e 11/1/1693),una volta VIII-IX MCS (9/1/1693) e in due occasioni è stata colpita da effetti equivalenti al VIII MCS (1542 e 1848). …………………
Dal confronto tra le storie sismiche dei tre siti emerge che Augusta è il luogo che ha risentito maggiormente gli effetti degli scuotimenti sismici.
Risentimenti di poco inferiori corrispondono a Siracusa. Invece Noto risulta il sito che ha subito gli effetti minori dai terremoti del passato.

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Suggerisco di leggere anche il libro di Salvatore Nicolosi, APOCALISSE IN SILICILIA, Tringale Editore CT, dove si racconta anche dell’esplosione della polveriera del castello di Augusta in seguito al terremoto del 1693.

L’esplosione della polveriera aggiunse altri ottocento morti ai 2.400 già provocati dal terremoto portando il numero delle vittime a 3.200 nella sola Augusta.

Cari giornalisti siciliani, se volete che la tragedia si ripeta con il rigassificatore continuate a difenderlo con le vostre “veline” sponsorizzate dalla Erg, Shell, ecc.
Gli articoli veri li scriveranno i superstiti a tragedia avvenuta, quando ormai sarà troppo tardi.

Studi per gli esperti e non:
http://gndt.ingv.it/Pubblicazioni/Decanini_Panza/0_Intro.pdf
http://gndt.ingv.it/Pubblicazioni/Decanini_Panza_copertina.htm
http://gndt.ingv.it/Pubblicazioni/Decanini_Panza/1_Barbano.pdf

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