giovedì 21 maggio 2009

CONFERENZA DI BOSCHI AD AUGUSTA

Augusta
6 gennaio 1991
Assemblea popolare sul terremoto organizzata dalla CAMERA TERRITORIALE DELLA PROTEZIONE CIVILE DI AUGUSTA del Movimento federativo democratico

INTERVENTO DEL PROF. ENZO BOSCHI
(Testo sbobinato)
……. Si passa subito la parola al prof. Boschi per il primo giro d’interventi.

Io vorrei innanzitutto ringraziare il sig. Sindaco ed il Movimento Federativo Democratico per avermi invitato a questa imponente riunione. Credo che sia la prima volta in vita mia che parlo davanti a tanta gente. (circa seimila persone)
Io vorrei rapidamente spiegare alcune cose, precisare alcune cose sulla base anche di alcune domande che mi vengono fatte quando mi trovo a camminare in queste zone.
Innanzitutto la questione dell'epicentro,
l'epicentro come è stato già detto è qui vicino ad Augusta


(per un lapsus si lascerà sfuggire Siracusa) a pochi chilometri sul mare. Normalmente noi ci diciamo la latitudine e la longitudine qui abbiamo dei problemi poiché non conosciamo bene la radiografia. Il fatto che si sia parlato della Val di Noto non so come sia venuto, cercherò di capirlo ma può darsi non c'è da escludere che sia il fatto che noi sismologi tendiamo a ricordare questi terremoti, i terremoti che si verificano in questa zona, come terremoti della Val di Noto per ragioni così d'indicazione, non hanno un valore seguito per esempio il terremoto del 1980 che ha colpito molto sia la Campania che la Basilicata, è noto come terremoto dell'Irpinia anche se l'Irpinia è stata colpita solo in parte. Il terremoto di Messina appunto noto come il terremoto di Messina del 1908, ha fatto altrettanti danni anche in Calabria e via dicendo. Quindi c'è la tendenza molto imprecisa a dare un nome a questi terremoti, questo probabilmente si chiamerà "terremoto di Santa Lucia" In ogni caso l'epicentro e qui vorrei spiegare come funziona tutto quanto, l'epicentro è soltanto un punto matematico nello spazio che a noi serve per individuare quale possono essere le zone colpite e mi spiego la sorgente di un terremoto cioè quello che fa scatenare le onde meccaniche, le onde sismiche che poi creano i problemi sugli edifici mal costruiti è estesa, non è un punto è una superficie estesa, è un volume focale normalmente abbastanza grande, in questo terremoto probabilmente le dimensioni lineari sono dell'ordine di 10 chilometri. Quindi non è un punto è una superficie immaginatevela circolare, che ha un raggio di 5/6 chilometri questa è la prima cosa. (che giro di parole per giustificarsi. Alle ore 11.00 del 13 dicembre 1990 ad Augusta si dava per certo che l’epicentro era non in mare ma sulla terraferma in contrada Scardina. La notizia era arrivata dagli Stati Uniti. Nei telegiornali nazionali per i primi due giorni il nome Augusta era tabù)
A cosa serve questo punto, in linea di principio questo punto dovrebbe essere il punto dove nasce la frattura. Il terremoto non è altro che una frattura che si propaga molto velocemente con velocità di 5/6 chilometri al secondo sulle rocce crostali a 10/15/20 chilometri di profondità e nasce in un certo punto che potrebbe essere teoricamente l'ipocentro, la cui propagazione sulla superficie diventa poi l'epicentro. In realtà poi questo punto non riusciamo mai, quasi mai ad identificarlo con precisione ragionevole. Però noi abbiamo creato in tutta Italia una rete sismica che è costituita da un certo numero di sismografi opportunamente distribuiti su tutto il paese in modo da consentirci per qualunque scossa si verifichi nel paese, al di sopra di una certa magnitudo da consentirci d'individuare rapidamente la zona colpita, l'eventuale zona colpita quindi questo punto serve per partire e tracciare attorno, andare a vedere i paesi, le città che sono attorno più o meno a questo punto e vedere poi potenzialmente, quali sono le zone colpite. Questo lo dico perché questo processo che è abbastanza impreciso che funziona agli scopi, per questo tipo di scopo per poter eventualmente portare rapidamente i soccorsi deve avvenire in pochi minuti nel giro di una decina di minuti, affinché poi tutti i servizi della protezione civile vengono messi in allarme il più rapidamente possibile successivamente nell'arco di alcune ore facciamo delle valutazioni molto più precise e riusciamo poi a verificare qual è la zona ipocentrale, ma a quel punto li non dovrebbe interessare più dal punto di vista della protezione civile perché tutti i mezzi sono già scattati. Ora qualcuno quel giorno probabilmente alla Val di Noto, io non lo so ma non c'è nessuna tendenza nessun motivo a spostare a celare problemi e quindi è venuta fuori questa dizione, anzi per colpa nostra, forse perché quello che noi facevamo con tutta la commissione grandi rischi perché poche ore dopo il terremoto eravamo riuniti a Roma nella sala sismica dell'Istituto Nazionale di geofisica, dove abbiamo tutti i dati sulla sismicità del paese, stavamo preoccupandoci di una eventuale scossa successiva molto più forte di quella che si è verificata il 13 mattina e quindi ignoravamo completamente cosa ..., sapevamo che c'erano stati morti a Carlentini, sapevamo e non seguivamo più il problema di questo terremoto ma ci preoccupavamo di quello che poteva succedere in futuro, perché era questo il nostro dovere, il nostro scopo, lo scopo delle nostre attività. Quindi l'epicentro è qui vicino ad Augusta, questo però non ha un grande significato dal punto di vista per esempio dei danni, del pagamento dei danni, della ricostruzione perché in realtà quello che conta poi non è questo epicentro fisico, teorico chiamiamolo come vogliamo, non ha importanza bensì è il quadro del danneggiamento che viene fatto successivamente cioè è l'analisi attenta di come si è distribuito il risentimento del terremoto, il danneggiamento del terremoto, sulla base di questo poi si trattano quelle curve che forse avete visto nelle ascisse che danno un quadro serio di cosa è successo dal punto di vista effetti sugli edifici. Non sempre l'epicentro dicevamo così fisico quello che misuriamo noi con i sismografi coincide con l'epicentro macrosismico quello che appunto si determina andando a guardare i dati.
Per esempio alcuni anni fa ci fu un terremoto in Messico dove forse qualcuno se lo ricorda (mi sembra che fu nell'85) dove i danni furono considerevolissimi in una parte centrale della città del Messico, ma l'epicentro cioè l'inizio della frattura di cui parlavo prima era avvenuto a circa 200 km di distanza. Era un terremoto molto forte e i danni furono in una zona che era un lago, una palude che era stata poi fossilizzata; insomma per costruirvi delle abitazioni quindi non sempre l’epicentro fisico quello che determiniamo con strumenti è poi l'epicentro macrosismico quello dei danni, comunque non c'è problema perché poi alla fine tutte le decisioni vengono pese sulla base delle considerazioni macrosismiche non sulla base delle considerazioni sismiche che segnano poi la loro normale evoluzione di studio scientifico. Un’altra cosa che viene detta frequentemente è la durata. Per durata ognuno la può identificare come ritiene più opportuno: noi sismologi per durata intendiamo il tempo che dura la frattura cioè per tutto il tempo in cui si propaga questa frattura; altri invece la intendono diversamente in base a quello che vedono, quello che sentono quello che osservano, però è un fatto dal punto di vista (anche questa durata non ha molto significato) in linea di principio, in generale, dal punto di vista teorico perché ogni edificio reagisce a seconda delle proprie caratteristiche meccaniche la propria elasticità e quindi l'evento può apparire più lungo, meno lungo a seconda di dove si trova.
Un’altra cosa è la ciclicità. Si sente dire frequentemente siccome trecento anni fa c'è stata una grande scossa esattamente fra trecento anni circa dovrà esserci la prossima perché ogni trecento anni c'è una grande scossa" questo è completamente privo di ogni fondamento purtroppo non è così facile non è che i terremoti avvengono precisamente ad ogni scadenza, questo si può vedere abbiamo un catalogo dei terremoti in Italia ma anche in tutto il mondo da cui si può vedere che nella stessa zona si verificano terremoti in un certo periodo di tempo, magari raggruppati, e poi completamente assenti. Quello che si sa è che una zona che viene colpita periodicamente da forti terremoti è un a zona sismica: su questo non si discute e se viene colpita da forti terremoti viene anche colpita da terremoti medi e medio bassi, piccoli ecc. e quindi ogni magnitudo, ogni intensità, ogni grado di terremoto ha evidentemente una sua periodicità nel senso un valore medio di ritorno, cioè una quantità che servirebbe a stabilire il rischio di una certa zona se vogliamo; oppure un rischio relativo cioè fra due giorni. Una dove duemila anni si hanno quattro scosse forti, un'altra dove ogni duemila anni si hanno soltanto due scosse forti ci insegnano che la prima sia a maggiore rischio della seconda ma sono considerazioni di questo genere che poi non hanno nessun riferimento per un particolare evento, cioè noi siamo in grado in base alle nostre conoscenze di fare valutazioni medie sull'andamento medio della sismicità di una zona ma non siamo in grado nessuno di noi è in grado nessuno al mondo è in grado di fare ancora affermazioni precise scientificamente serie basate su considerazioni serie su un particolare evento. Quindi tutte le voci che sentite dire sul mago o di chi per lui che c'è una scossa giorno tredici perché il tredici c'è stato il terremoto oppure che c'è una scossa alle diciassette perché il diciassette è il numero che porta sfortuna diciamo sono cose prive di senso che non dovete prendere in considerazione. Quindi c'è stato questo evento abbiamo temuto lo diciamo con tutta franchezza che si verificasse una situazione analoga a quella del 1693 in cui ci fu prima una scossa e poi successivamente una più grande e poi invece non è stato così vi posso anche raccontare tanto ormai siamo usciti per il momento da questa situazione che nei due giorni senza scosse che ci sono stato dopo la scossa del tredici eravamo fortemente preoccupati perché il silenzio dopo una scossa come quella del tredici, cioè il fatto che per un certo numero di ore in questo caso fino a quarantott’ore non ci fossero scosse eravamo veramente preoccupati perché, normalmente abbiamo una scossa forte quella principale che sarebbe quella del tredici, quella della mattina del tredici e poi dobbiamo avere tutte le scosse successive con magnitudo sempre decrescente, invece c'è stato due giorni circa di silenzio finche c'è stata finalmente dico finalmente la scossa che noi aspettavamo prima ma che si è verificata successivamente più basa, quella della domenica pomeriggio e questa ha riportato il fenomeno nella normalità, quello che noi definiamo fenomeno della normalità cioè la scossa forte principale iniziale e tutta una serie di scosse successive che va via via degradando. Ecco questo è un fenomeno ormai esaurito o in fase di esaurimento certo perché noi pensiamo in linea a di principio che non dovrebbe succedere niente a breve termine però le conoscenze che abbiamo sono quelle che sono e quindi dobbiamo tenere presente che questa è e resta una zona sismica cioè questo discorso che sto facendo potevamo farlo tranquillamente il dodici l'undici il dieci dicembre era esattamente la stessa cosa.
Quindi come diceva poco fa Coen Cagli dobbiamo entrare nella mentalità della prevenzione e qui accanto a me c'è uno dei più grandi ingegneri sismici più grande non in campo nazionale ma in campo internazionale che appartiene ad una scuola quella del politecnico di Milano che ha sostanzialmente inventato l'ingegneria sismica, quindi cioè in Italia voglio dire adesso non voglio fare troppi elogi all'amico Petrini ma in Italia abbiamo tutte le competenze per affrontare tutti i programmi di prevenzione, abbiamo anche il prof. Campo dell'università di Catania che è anche egli un ottimo ingegnere sismico senza voler fare classifiche. Adesso non voglio essere frainteso e quindi esistono tutte le competenze per affrontare tutti i problemi che vengono posti dalla prevenzione quindi invece di pensare a questo giorno assurdo al massacro ci sarà un terremoto fra mezz'ora fra quindici giorni l'unica soluzione per risolvere i nostri problemi anche sulla base delle nostre conoscenze è partire con i problemi della prevenzione, cioè partire per far si che un terremoto anche più forte di quello che abbiamo avuto qui il tredici dicembre possa diventare non dico una curiosità ma un evento che si sa che avviene, ma dal quale ci siamo difesi abbiamo preso provvedimenti e che non crea neppure panico. Ne approfitto e l'ho visto poco fa per segnalarvi un libretto che viene distribuito credo sarà probabilmente già esaurito preparato dalla lega ambiente dove vengono riportati e spiegate molte cose che chiariscono molte cose: che cos'è un terremoto come ci si deve comportare e che cosa fare per evitare che anche eventi modesti possano diventare catastrofici. Con questo penso di avere sostanzialmente risposto alle domande che più o meno mi vengono sempre poste. Successivamente se ci sono altre domande sono lieto di rispondere.
PROF. ENZO BOSCHI

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