martedì 5 maggio 2009


ITALIANI COME GLI ALTRI


La Sicilia del 13 febbraio 1998 riportava le dichiarazioni dell'Ing. Capo del Genio Civile di Siracusa l'ing. Martella, il quale asseriva che la ricostruzione della Chiesa di Brucoli non era partita a causa di un «disguido» benchè questo "disguido" fosse stato scoperto solo appena quattro anni dopo il terremoto e ne siano trascorsi quasi altri quattro dopo la sua scoperta:circa otto anni in totale.
La risoluzione di tale disguido si è potuta ottenere anche grazie al fatto che da Brucoli è partita una protesta durata oltre due anni e che ha costretto perfino il Presidente della Repubblica a "scendere" in Sicilia.
Se tale "disguido" avesse riguardato solo la chiesa di Brucoli, avrei potuto anche crederci, ma, purtroppo, non si tratta solo di quella.
Nello stesso articolo de La Sicilia del 13 febbraio scorso i due "massimi" esponenti del Genio Civile e della Sovrintendenza di Siracusa hanno dichiarato che per la ricostruzione delle altre chiese tutto è fermo agli inizi e ci vorranno "tempi biblici" per venirne fuori.
L'odissea della ricostruzione della Chiesa di Brucoli, nell'infido mare della burocrazia regionale e nazionale è solo virtualmente conclusa, anche se bisognerà ancora attraversare il pantano e le sabbie mobili dell'iter progettuale con relativi acquisizioni di pareri, visti di conformità, ecc. ecc.
Il più grosso ostacolo a mio parere è contenuto nella dichiarazione dell'ex Assessore alla Presidenza della Regione che affermava il mancato arrivo dei fondi per la ricostruzione da Roma.
Credo che dovrebbe essere doverosa la risposta di chi istituzionalmente è preposto a darla:
Se per finanziare la ricostruzione post terremoto della Sicilia Orientale con la legge 433/91 3.870 miliardi furono stanziati in sei anni - diventati nove per via delle tante leggi finanziarie nel frattempo sopravvenute - come mai lo stesso Stato Italiano ha trovato in meno di quattro mesi 4.000 miliardi da stanziare in soli quattro anni per la ricostruzione delle zone terremotate dell'Umbria e delle Marche? Si stanno illudendo anche i terremotati del centro Italia?
Se dovessero dire a noi Siciliani che non ci sono soldi per l'intera e definitiva ricostruzione (soldi che già avrebbero dovuto esserci), appare sempre più chiara la perversa volontà di chi, già qualche ora dopo il terremoto del 1990, si era affrettato a minimizzare quanto accaduto in Sicilia il 13 e 16 dicembre 1990 e a nascondere quanto realmente accaduto.
Pertanto, al fine di ESSERE ITALIANI COME GLI ALTRI, nel caso fosse necessario, lo Stato Italiano, inventi altre lotterie, apra e pubblicizzi altri conti correnti in favore dei Siciliani, indica gare e partite di solidarietà o, almeno, ci restituisca qualche "briciola" di quegli oltre VENTIMILA MILIARDI che dal porto di Augusta ogni anno prendono il volo per Roma e Milano.
Non credo che lo Stato abbia dimenticato che la legge 433/91 fu ottenuta solo dopo il blocco del porto di Augusta.
Brucoli, 16 febbraio 1998
Sac. Prisutto Palmiro



PARROCCHIA S. NICOLA
96010 BRUCOLI (SR)
TEL & FAX : 0931.981313


Egregio Direttore de La Sicilia,


ho letto stamattina sul suo giornale le dichiarazioni dell'Ing. Martella del Genio Civile di Siracusa, il quale sostiene che a causa di un «disguido» la ricostruzione della chiesa di Brucoli non è partita, benchè questo "disguido" duri ormai da otto anni.
Se tale "disguido" riguardasse solo per la chiesa di Brucoli potrei anche crederci, ma, purtroppo, non si tratta solo di quella.
Ecco che cosa penso di certi "disguidi":

C'era una volta un territorio bellissimo,
su una vasta area archeologica.
Un giorno per un "disguido" dell'autorità competente
su quel territorio cominciarono a sorgere tanti stabilimenti.
Per un "disguido" si dimenticarono di mettere i depuratori.
Passarono da queste parti Ministri, Deputati e personaggi importanti,

ma per un "disguido", dovuto alla fretta (di scappare) non si accorsero di nulla.
Su questa terra per un "disguido" della Natura,

forti terremoti si succedevano con una ciclicità impressionante,

ma per un «"disguido" burocratico» fu stabilito che qui

i terremoti dovevano risultare "più piccoli".
Anche nel 1990 ci fu un terremoto, con morti, feriti e senzatetto,

ma per un "disguido" l'informazione nazionale non se ne accorse.
Sempre per un "disguido" lo Stato si dimenticò di dichiarare lo "stato di calamità naturale".
Un altro "disguido" sbattè per otto anni nell'inferno dei conteiner i terremotati.
Per un altro "disguido" lo Stato si dimenticò di essi.
Ma per uno strano "disguido" qualcuno (il sottoscritto) notò i tanti "disguidi".
Si cercò, facendo credere che si trattasse di un "disguido", di non accorgersi del sottoscritto.
Poi il sottoscritto si accorse del "vero disguido":
Lo Stato, qui, non c'era mai stato!
E non mi sono affatto stupito, se, per l'ennesimo per "disguido"

altri hanno già ottenuto quello che io (ed altri) aspettiamo da otto anni.
Pensavo di essere nato in un Paese dalle grandi tradizioni di giustizia e civiltà, invece per un "disguido" sono nato ..... in .... Italia.

E questo è l'unico "disguido" che non mi riesce proprio di mandar giù.
Distinti saluti.
Brucoli, 13 febbraio 1998
Sac. Prisutto Palmiro

Giornale di Sicilia
16 ottobre 1998


Don Palmiro Prisutto torna a «tuonare» per i forti ritardi nella ricostruzione post-terremoto. La Chiesa di San Nicola rimane ingabbiata nonostante l'edificio sia stato inserito fra le priorità.
Il sacerdote non risparmia critiche anche al Genio civile che si è detto incompetente sulle richieste della Curia per il santuario di Adonai

Il parroco di Brucoli alla Regione:
lotta impari contro la burocrazia

AUGUSTA. (pl) «L'Italia delle catastrofi spreme la protezione civile, e di questo passo finirà che i soldi per il terremoto del 90 saranno spesi altrove». A parlare è don Palmiro Prisutto, il parroco di Augusta protagonista di una lunga serie di proteste, alcune anche eclatanti, atte a sollecitare la ricostruzione post terremoto. Proteste che purtroppo non è che abbiano sortito grandi effetti. E lo dimostra la stessa chiesa di don Palmiro, la parrocchia di San Nicola, a Brucoli. Una chiesa solo da un anno riaperta al culto ma ancora ingabbiata da transenne e tubi innocenti, in attesa di un recupero che tarda ad arrivare. E questo nonostante la ricostruzione dell'edificio religioso sia stata inserita tra le priorità uno del piano di ricostruzione, inserimento ottenuto dallo stesso parroco sempre grazie alle sue battaglie.
«Una piccolissima consolazione - dice Don Prisutto - che purtroppo non ha ancora reso possibile l'avvio dei lavori di recupero della chiesa. Tutta colpa della Regione che prima ha aspettato anni per firmare i disciplinari d'incarico ai progettisti per la ricostruzione ed adesso ritarda il via libera alla stessa progettazione».
Per i lavori di recupero ed adeguamento della chiesa di San Nicola era stato indicato un finanziamento di 750 milioni. Ma col trascorrere degli anni i soldi rischiano di essere totalmente insufficienti.

Don Prisutto chiama in causa quindi le lungaggini burocratiche della Regione, ma attacca anche il genio civile dopo che questo ha scaricato sulla Regione le competenze su una serie di indagini che la Curia avrebbe voluto avviare ai fini della progettazione del recupero del Santuario Adonai.
« Un santuario i cui interventi sono previsti solo in priorità due - dice il parroco di San Nicola - figuriamoci quindi se e quando in quest'edificio potrà essere aperto un cantiere. La Curia voleva accorciare i tempi al fine di avere un piano per la salvaguardia almeno dell'esistente. Invece niente. Il recupero del Santuario rientra nella legge per la ricostruzione e quindi si deve attendere».
È stato anche evidenziato che per il Santuario si volevano trovare fonti diverse di finanziamento, ma con il no del genio civile alle indagini tutto resta fermo. «Il problema – dice don Prisutto - è che il terremotato vero sono io, ed anche gli abitanti di Brucoli, non certo i funzionari della Regione».
P.L.

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